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Mondiali 2014, l’ultimo treno per la Germania della generazione-Merkel

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Messaggio Da Florian67 Lun Giu 16, 2014 9:23 am


Mondiali 2014, l’ultimo treno per la Germania della generazione-Merkel

La cancelliera ha seguito e sponsorizzato questa nazionale sin dai suoi primi passi. Ma i risultati ancora non si sono visti

Pierluigi Mennitti


Domenica 15 giugno, racconta l’ufficio stampa del Kanzleramt, l’Airbus 340 della Luftwaffe è decollato da Berlino di buon mattino e atterrato, dopo un volo regolare, nel tardo pomeriggio sulla pista dell’aeroporto di Brasilia. A bordo, Angela Merkel. Quando lo staff della cancelliera ha programmato mesi fa il viaggio di Stato in Brasile, è stato attento a far coincidere colloqui politici e strette di mano agli imprenditori con l’esordio della nazionale tedesca al Mondiale. E infatti oggi, salutati i monaci del monastero di San Benedetto e i volontari del campo sportivo per la cooperazione internazionale, la Merkel siederà puntuale un quarto d’ora prima delle 12 (ora locale, le 18 a Roma e Berlino) nella tribuna dello stadio di Salvador di Bahia per battezzare la prima uscita dei suoi ragazzi: die Jungs, come li chiama lei con studiato affetto materno.

Questa nazionale è in fondo figlia sua. Un gruppo nato nel 2006, ai tempi del mondiale di casa poi vinto dagli Azzurri, il primo palcoscenico internazionale sul quale si mosse l’allora nuova cancelliera. L’evento l’aveva preparato il suo predecessore, Gerhard Schröder, e a lei toccò presenziarlo: come per molte altre cose (riforme comprese) fece suo quel mondiale e sovrappose la sua immagine a quella di un paese finalmente riscattato dal suo passato, capace di coniugare efficienza organizzativa, buon umore e apertura al mondo. La squadra si modellò su questo cliché, non vinse il trofeo ma inaugurò un nuovo modo di essere tedeschi: non più panzer ma ambasciatori di un’insolita leggerezza teutonica.

La favola è durata fino allo scoppio della crisi dell’euro. Dalla mancata finale di Berlino nel 2006 a quella europea perduta due anni dopo a Vienna, fino ai mondiali del 2010 in Sud Africa, la nazionale merkeliana aveva raccolto consensi e simpatie pur non riuscendo a vincere nulla (e forse anche per questo). Si era distinta per un gioco finalmente brillante e tatticamente sapiente, non più pesante e forzuto: laddove il vecchio Gerd Müller sfondava negli Anni Settanta le difese a colpi d’ariete, il giovane Thomas Müller le aggirava ora con l’agilità di una gazzella. E in più quel tocco multiculturale dato dall’integrazione nella squadra nazionale dei figli degli immigrati di seconda e terza generazione: i polacchi Klose e Podolski, il turco Özil, lo spagnolo Gomez, il tunisino Khedira, il ghanese Boateng, più altri che nel frattempo si sono persi per strada. E su tutti un buffo allenatore dal nome simile a un cartone animato, Jogi Löw, pazzo per le lavagne tattiche, con un ciuffo ribelle da Beatles fuori tempo massimo e un credo calcistico che alla Merkel deve aver ricordato l’essenza del suo mantra politico: estetica e ordine, disciplina e creatività.

Proprio quel che era sempre mancato ai tedeschi, un pizzico di allegra follia, di leggerezza dell’essere a mitigare l’ossessione per la perfezione. Così i grandi happening calcistici si sono trasformati in una perenne festa popolare, con le arterie principali delle città tedesche trasformate in un carnevale continuo, maxi-schermi ovunque, gadget kitschissimi, caffè aperti fino a tarda ora e zeppi di gente davanti al televisore sintonizzato sulla partita di turno. Ogni due anni la stessa festa, un mese di pausa dal tran-tran quotidiano, l’illusione di ritagliarsi in casa propria uno spicchio di spensieratezza mediterranea o di frenesia carioca.

Tutto perfetto, tranne due cose. La prima è che questa Germania non ha vinto nulla. Ha suscitato simpatia ma non ha riempito la bacheca. Ha imparato a perdere, celebrando le proprie sconfitte nell’abbraccio pubblico dei suoi fans, ma ha fallito l’obiettivo ultimo di alzare una coppa, di dimostrarsi vincente. E ora anche i suoi più accaniti sostenitori in patria si sono stufati di veder festeggiare gli altri: la Germania non vince un trofeo dal 1996, un tempo troppo lungo per una potenza calcistica.

La seconda è che la crisi dell’euro ha stracciato l’immagine della Germania amica, riproponendo i luoghi comuni di sempre e anche l’allegra brigata di Löw non ha potuto farci niente: nell’ultimo europeo non c’è stata partita in cui i commentatori non abbiano descritto improprie traiettorie fra l’innocua nazionale tedesca e l’arcigna cancelliera dell’austerità e le partite contro Grecia e Italia sono state raccontate come altrettanti bracci di ferro politici.

In Brasile questo gruppo formato Klose e Lahm, Schweinsteiger e Podolski, Özil e Khedira, questa vera e propria generazione-Merkel, ha di fronte l’ultimo treno verso la vittoria, anche per motivi anagrafici. Ci è arrivato accompagnato dallo scetticismo dei fan, con meno certezze rispetto al passato, con più fantasmi alle spalle. Il modello calcistico tedesco, solo un anno fa celebrato con il derby in finale di Champions League, sembra cedere sotto i colpi di scandali inattesi: il boss del Bayern Monaco Uli Hoeneß è in galera per evasione fiscale, la leggenda vivente Franz Beckenbauer è in disgrazia per presunta corruzione nell’assegnazione del mondiale al Qatar e i capoccia della Fifa gli hanno fatto sapere di non gradire la sua presenza in Brasile. Al suo posto è arrivata invece la cancelliera, pronta a svolgere ancora una volta il ruolo di mamma della patria, a consegnare ai giornali immagini inedite di partecipazione calcistica e a consigliare ai suoi Jungs di riscoprire un po’ di sano cinismo tedesco.


http://www.europaquotidiano.it/2014/06/16/mondiali-2014-lultimo-treno-per-la-germania-della-generazione-merkel/
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Messaggio Da Florian67 Lun Giu 16, 2014 9:34 am

Florian67 ha scritto:In Brasile questo gruppo formato Klose e Lahm, Schweinsteiger e Podolski, Özil e Khedira, questa vera e propria generazione-Merkel, ha di fronte l’ultimo treno verso la vittoria, anche per motivi anagrafici. Ci è arrivato accompagnato dallo scetticismo dei fan

Non capisco su cosa si basi questo scetticismo visto che la Germania ha stravinto il proprio girone di qualificazione e l'anno scorso il Bayern ha vinto la Champions League. Io invece penso che per il tedesco medio il calcio non sia una malattia come per quello italiano o brasiliano. E dunque lo scetticismo può essere anche una posa, un modo per mantenere un certo distacco da un appuntamento sportivo che non viene considerato imprescindibile. Anche perché ragioni di riscatto sociale qui non ci sono...
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Messaggio Da schweini ultra muc Lun Giu 16, 2014 12:24 pm

Florian67 ha scritto:Io invece penso che per il tedesco medio il calcio non sia una malattia come per quello italiano o brasiliano.
Significa che non conosci bene l'ambiente, perché è quasi peggio che in Italia il tifo, te lo posso assicurare perché conosco bene entrambi gli ambienti lol! 
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Messaggio Da Florian67 Lun Giu 16, 2014 12:56 pm

schweini ultra muc ha scritto:
Florian67 ha scritto:Io invece penso che per il tedesco medio il calcio non sia una malattia come per quello italiano o brasiliano.
Significa che non conosci bene l'ambiente, perché è quasi peggio che in Italia il tifo, te lo posso assicurare perché conosco bene entrambi gli ambienti lol! 

E allora perché si parla di scetticismo e di modesto interesse riguardo questi Mondiali? Finora la Germania ha fatto bene, certo meglio dell'Italia...
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Messaggio Da Dave Lun Giu 16, 2014 1:43 pm

"Tutto perfetto, tranne due cose. La prima è che questa Germania non ha vinto nulla. Ha suscitato simpatia ma non ha riempito la bacheca. Ha imparato a perdere, celebrando le proprie sconfitte nell’abbraccio pubblico dei suoi fans, ma ha fallito l’obiettivo ultimo di alzare una coppa, di dimostrarsi vincente. E ora anche i suoi più accaniti sostenitori in patria si sono stufati di veder festeggiare gli altri: la Germania non vince un trofeo dal 1996, un tempo troppo lungo per una potenza calcistica.

La seconda è che la crisi dell’euro ha stracciato l’immagine della Germania amica, riproponendo i luoghi comuni di sempre e anche l’allegra brigata di Löw non ha potuto farci niente: nell’ultimo europeo non c’è stata partita in cui i commentatori non abbiano descritto improprie traiettorie fra l’innocua nazionale tedesca e l’arcigna cancelliera dell’austerità e le partite contro Grecia e Italia sono state raccontate come altrettanti bracci di ferro politici."

Questi passaggi sono spazzatura.
L' abbraccio dei fan (caro "giornalista", quando si importa un termine straniero lo si declina al singolare, anche se l' articolo è di numero plurale) anche nelle sconfitte dimostra una serietà ed un attaccamento maggiore, rispetto a quello di chi si scopre appassionato solonelle vittorie.

La Germania "tiranna" è una figura propria dei Paesi che, pur conoscendo bene gli impegni cui erano tenuti, avendo ratificato dei trattati comunitari, non hanno rispettato le condizioni. Guardacaso, Paesi come la Svezia, o la Danimarca, pur facendo parte della UE, non si lamentano della Germania. Perché?!
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Messaggio Da schweini ultra muc Lun Giu 16, 2014 1:47 pm

Florian67 ha scritto:
schweini ultra muc ha scritto:
Florian67 ha scritto:Io invece penso che per il tedesco medio il calcio non sia una malattia come per quello italiano o brasiliano.
Significa che non conosci bene l'ambiente, perché è quasi peggio che in Italia il tifo, te lo posso assicurare perché conosco bene entrambi gli ambienti lol! 

E allora perché si parla di scetticismo e di modesto interesse riguardo questi Mondiali? Finora la Germania ha fatto bene, certo meglio dell'Italia...
Lo scetticismo c'è perché, come dicono molte canzoni pre-mondiale siamo stanchi di terzi posti, di partire sempre strafavoriti e poi non vincere mai. Modesto interesse verso i mondiali nella mia zona in Germania non c'è mai stato, e son convinto sia così anche nelle altre zone, come la Baviera, che ho avuto modo di visitare a Pasqua. Scetticismo non significa non tifare in maniera ardita. Pure noi siamo scettici, ma significa che non viviamo il calcio in maniera appassionata come si viva in Italia? Ti dirò di più: qui a Roma ho avuto modo di constatare che non è tanta gente che segue il mondiale, anzi, rispetto a anni fa mi sembra ci sia un grande calo, mentre in Germania sta sempre aumentando. Vedo tantissime ragazze vere e proprie appassionate, che tifano Germania con magliette e bandiere, e sempre più stranieri o persone di origine straniere si stanno appassionando alla nostra adorata nazionale Very Happy 
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Messaggio Da schweini ultra muc Lun Giu 16, 2014 1:48 pm

Dave ha scritto:
La Germania "tiranna" è una figura propria dei Paesi che, pur conoscendo bene gli impegni cui erano tenuti, avendo ratificato dei trattati comunitari, non hanno rispettato le condizioni. Guardacaso, Paesi come la Svezia, o la Danimarca, pur facendo parte della UE, non si lamentano della Germania. Perché?!
grande, grandissima frase
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Messaggio Da schweini ultra muc Mer Lug 09, 2014 7:06 pm

Florian, a proposito di quello che si diceva in questo topic del "poco" seguito della nazionale in Germania. Ebbene: io abito a Roma e ti dico che le bandiere tedesche in una città di soli centomila abitanti rispetto a quelle italiane a Roma non erano dieci volte di più, ma mille volte di più e questo anche nel 2006, nel 2008, nel 2010 e nel 2012. Ti assicuro che è una cosa pazzesca, la città intera è stratappezzata di bandiere, non c'è macchina che passi senza una bandierina o una fodera per gli specchietti retrovisori nero rosso oro, non c'è casa senza un mega bandierone, in tantissimi posti ci sono televisori per la visione gratuita delle partite, persino le bici e alcuni ragazzini hanno le bandierine rispettivamente sul portapacchi o in testa. pazzesco
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