Andreas Brehme

Germania, la parabola di Brehme: da campione del mondo alla pulizia dei bagni

L'ex terzino di Inter e nazionale tedesca ha circa 200mila euro di debiti. Il tedesco Oliver Straube tenta di aiutarlo: ''Nella nostra azienda potrà capire cosa significa davvero lavorare pulendo sanitari e lavabi''


02 ottobre 2014


Da simbolo della Germania campione del Mondo ad inserviente. Tutto per una montagna di debiti di circa 200mila euro. E’ la parabola di Andreas Brehme, storico terzino tedesco che ha calciato il rigore decisivo nella vittoria mondiale ad Italia ’90 e con un glorioso passato in serie A con la maglia dell’Inter. A raccontarla è il quotidiano tedesco 'Deutsche Welle'.

Brehme, 53 anni, sarebbe sul punto di perdere la casa, su cui grava un'ipoteca per circa 40mila euro. Secondo quanto rivela la stampa tedesca, l'ex terzino sarebbe in una gravissima situazione economica e l’unico lavoro che sarebbe riuscito a rimediare negli ultimi tempi è quello che gli ha offerto l’ex collega Oliver Straube come inserviente in un’impresa di pulizie: "Siamo disposti a impiegare Brehme nella nostra impresa e potrà lavare i bagni e sanitari così si renderà conto davvero cosa significa lavorare e qual è la vera vita. Ciò gli servirà anche a migliorare la sua immagine".

Le vicissitudini economiche dell'ex campione del mondo non sono iniziate oggi. Dal 2006, dopo una breve esperienza come vice-allenatore di Trapattoni allo Stoccarda, Brehme non ha un impiego stabile. Franz Beckenbauer, in un’intervista, ha chiesto alla federazione calcistica tedesca di aiutare uno degli atleti che ha dato tanto allo sport teutonico: "Tutti noi abbiamo la responsabilità di venire in aiuto di Andreas Brehme - ha dichiarato l’ex sportivo, campione del mondo con la Germania sia da calciatore che da allenatore - Ha dato tanto al calcio tedesco e grazie a un suo gol abbiamo vinto la nostra terza Coppa del Mondo. Il calcio teutonico deve ora restituirgli quello che ci ha dato".

Per adesso le parole di Beckenbauer sono rimaste lettera morta. L’unico a rispondere all’appello è stato l’ex calciatore Oliver Straube che ha offerto a Brehme un impiego nella sua azienda di pulizie.

Brehme non è il primo campione del mondo della storia a cadere in disgrazia. Sono molte le storie di calciatori che dopo aver appeso gli scarpini al chiodo hanno avuto un’esistenza travagliata e il caso più celebre è quello di Garrincha, indimenticabile ala destra del Brasile di Pelé, considerato il più grande dribblatore della storia del calcio, morto in condizioni di indigenza all’età di 49 anni per le conseguenze di una cirrosi epatica.


http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Germania-la-parabola-di-Brehme-da-campione-del-mondo-alla-pulizia-dei-bagni-432d3f69-f8bb-4830-a3a1-9379e7a74347.html

Sinceramente io non capisco e rifiuto questa logica, ahimè tipicamente tedesca, che chi ha sbagliato debba sempre e comunque pagare. Andy Brehme avrà sbagliato nella vita ma è stato un campione sportivo e un simbolo della vecchia BRD. Che grazie a lui ha conquistato il suo secondo mondiale. Non si umilia così un campione in disgrazia offrendogli un impiego in un'azienda di pulizie! E' squallido e inaudito. Incredibile che nessuno in Germania si sia sentito in dovere di soccorrere Andy Brehme invece di offrirlo in pasto a quest'indecente linciaggio mediatico...

Devo tristemente concordare con te e anch'io, anche se come a te capita molto di rado, non posso schierarmi con la mentalità prevalente in Germania. Ogni lavoro ha la sua dignità senza dubbio ed è anche vero che spesso i calciatori sono dei privilegiati che sanno solo sprecare i soldi, ma la cifra in questione, sebbene alta, fa capire che allora i calciatori guadagnavano molto meno e che questi soldi potrebbero anche essere stati perduti con degli investimenti sbagliati e non necessariamente sperperati nel lusso o nella frivolezza.

VfBMax ha scritto:Devo tristemente concordare con te e anch'io, anche se come a te capita molto di rado, non posso schierarmi con la mentalità prevalente in Germania. Ogni lavoro ha la sua dignità senza dubbio ed è anche vero che spesso i calciatori sono dei privilegiati che sanno solo sprecare i soldi, ma la cifra in questione, sebbene alta, fa capire che allora i calciatori guadagnavano molto meno e che questi soldi potrebbero anche essere stati perduti con degli investimenti sbagliati e non necessariamente sperperati nel lusso o nella frivolezza.

A me ha dato molto fastidio leggere:

"...potrà lavare i bagni e sanitari così si renderà conto davvero cosa significa lavorare e qual è la vera vita".


Non capisco. Riferito ad Andreas Brehme, un campionissimo che alla Germania ha dato tanto. Questa cosa mi ha fatto venire in mente anche la vicenda di Uli Hoeness, per il quale alcuni giornali avrebbero voluto pene ancora più esemplari...

Sarà che sono italiano e giocoforza mantengo una mentalità italiana, quindi un po' facilona e giustificatrice, però qui ci vedo dell'astio... una durezza... verso questo o quel calciatore, ma in primo luogo verso se stessi, un non perdonarsi mai niente... è un aspetto della cultura tedesca che francamente fatico a comprendere.